Nel posticipo domenicale della nona giornata di ritorno la Roma travolge l’Udinese per 3 a 1.
Il match è sembrato pendere dalla parte delle Roma fin dall’inizio: se Totti avesse sfruttato meglio l’errore di Muntari, e la conseguente palla filtrante di Taddei, la sconfitta dell’Udinese avrebbe assunto i connotati di una vera catastrofe. E non me ne voglia l’allenatore dell’Udinese, “bel ciuffo” Malesani, che a termine della partita ha affermato che se la sua squadra avesse interpretato bene la partita fin da principio, avrebbe dato sicuramente più grattacapi alla Roma. Non ci fidiamo sulla parola. La verità è che la squadra friulana ha subito una profonda trasformazione nell’assetto difensivo: con Galeone era il reparto più registrato, mentre con Malesani è diventato un vero e proprio problema esistenziale. Non basta affidarsi alla maturazione del giovane Zapata e nascondersi dietro l’assenza del brasiliano Felipe.
Vucinic e Tavano
I due continuano ad essere i veri e propri corpi estranei della squadra giallorossa. Dopo l’euforia di champions avrebbero dovuto sfruttare il match casalingo con l’Udinese per mettersi in evidenza, ma ancora una volta mister Spalletti gli ha preferito i più rodati, seppur stanchi, “titolari” Taddei e Mancini.
Mirko Vucinic era stato acquistato (in prestito) in estate dal Lecce superando non troppe difficoltà e la concorrenza spietata de Milan; Tavano dopo aver segnato una valanga di gol l’anno scorso con la maglia dell’Empoli, e dopo aver passato mezza stagione a Valencia, doveva essere il vero fiore all’occhiello del mercato invernale della Roma. Se continuano questi chiari di Luna l’impressione è che nessuno dei due sarà riscattato a fine stagione.
Muntari e D’Agostino
Il giocatore ghanese dell’Udinese continua a dare segni di nervosismo che ne stanno compromettendo la carriera calcistica. La stagione scorsa è stato squalificato diverse volte dal giudice sportivo per gesti di reazione o antisportivi: il più famoso è stato quello di quando ha poggiato la maglia intorno al collo dell’arbitro invitandolo a prendere il suo posto come calciatore. Contro la Roma, invece, ha scagliato il pallone in aria con violenza quando l’arbitro ha sancito la fine del primo tempo.
Veniamo alla mia personale nota dolente. Nel secondo tempo Malsani ha piazzato al centro del campo l’ex D’Agostino affidandogli il compito di dare ordine al reparto mediano. L’invito è stato raccolto dal giocatore friulano, il quale ha sfruttato le sue discrete doti di base per innescare il contropiede del sempre scattante Antonio Di Natale. La bontà dei suoi piedi non si discute, ma se li trattasse a volte anche in maniera più “cattiva” potrebbe fare qualche contrasto che gli permetterebbe di giuocare al gioco del calcio. Quando imparerà a mettere la gamba forse sarà arrivato il tempo di smettere.
Sempre così
Le squadre in mezzo al campo si sono affrontate a testa alta e con la massima sportività. Ma quello che ha fatto enormemente piacere vedere è stato l’invito a liberare il collega della Repubblica in mano ai Talebani in Afghanistan, e soprattutto i bambini disabili assistere al match a bordo campo. Questo è lo sport che vogliamo.
Alberto Piperno
Il match è sembrato pendere dalla parte delle Roma fin dall’inizio: se Totti avesse sfruttato meglio l’errore di Muntari, e la conseguente palla filtrante di Taddei, la sconfitta dell’Udinese avrebbe assunto i connotati di una vera catastrofe. E non me ne voglia l’allenatore dell’Udinese, “bel ciuffo” Malesani, che a termine della partita ha affermato che se la sua squadra avesse interpretato bene la partita fin da principio, avrebbe dato sicuramente più grattacapi alla Roma. Non ci fidiamo sulla parola. La verità è che la squadra friulana ha subito una profonda trasformazione nell’assetto difensivo: con Galeone era il reparto più registrato, mentre con Malesani è diventato un vero e proprio problema esistenziale. Non basta affidarsi alla maturazione del giovane Zapata e nascondersi dietro l’assenza del brasiliano Felipe.
Vucinic e Tavano
I due continuano ad essere i veri e propri corpi estranei della squadra giallorossa. Dopo l’euforia di champions avrebbero dovuto sfruttare il match casalingo con l’Udinese per mettersi in evidenza, ma ancora una volta mister Spalletti gli ha preferito i più rodati, seppur stanchi, “titolari” Taddei e Mancini.
Mirko Vucinic era stato acquistato (in prestito) in estate dal Lecce superando non troppe difficoltà e la concorrenza spietata de Milan; Tavano dopo aver segnato una valanga di gol l’anno scorso con la maglia dell’Empoli, e dopo aver passato mezza stagione a Valencia, doveva essere il vero fiore all’occhiello del mercato invernale della Roma. Se continuano questi chiari di Luna l’impressione è che nessuno dei due sarà riscattato a fine stagione.
Muntari e D’Agostino
Il giocatore ghanese dell’Udinese continua a dare segni di nervosismo che ne stanno compromettendo la carriera calcistica. La stagione scorsa è stato squalificato diverse volte dal giudice sportivo per gesti di reazione o antisportivi: il più famoso è stato quello di quando ha poggiato la maglia intorno al collo dell’arbitro invitandolo a prendere il suo posto come calciatore. Contro la Roma, invece, ha scagliato il pallone in aria con violenza quando l’arbitro ha sancito la fine del primo tempo.
Veniamo alla mia personale nota dolente. Nel secondo tempo Malsani ha piazzato al centro del campo l’ex D’Agostino affidandogli il compito di dare ordine al reparto mediano. L’invito è stato raccolto dal giocatore friulano, il quale ha sfruttato le sue discrete doti di base per innescare il contropiede del sempre scattante Antonio Di Natale. La bontà dei suoi piedi non si discute, ma se li trattasse a volte anche in maniera più “cattiva” potrebbe fare qualche contrasto che gli permetterebbe di giuocare al gioco del calcio. Quando imparerà a mettere la gamba forse sarà arrivato il tempo di smettere.
Sempre così
Le squadre in mezzo al campo si sono affrontate a testa alta e con la massima sportività. Ma quello che ha fatto enormemente piacere vedere è stato l’invito a liberare il collega della Repubblica in mano ai Talebani in Afghanistan, e soprattutto i bambini disabili assistere al match a bordo campo. Questo è lo sport che vogliamo.
Alberto Piperno